Signorina Anarchia

Giugno 2014
Ulan Ude, Repubblica della Buriazia (Siberia Orientale), Russia



Masha vuole fare l’amore con me.
Me lo fa sapere prima con segnali abbastanza discreti da lasciarmi diversi dubbi, poi dicendomelo a lettere più chiare.
E’ così che vengo a sapere che è single. Che il tizio che c’è di là in cucina a occuparsi del soffritto non è il suo compagno. Che i suoi due figli appartengono a padri diversi. Che è di un paio d’anni più giovane di me. Che lei non ha un lavoro e non lo cerca.
E poi chi giocherebbe con i bambini?
Già. Chi ci giocherebbe? Nel suo viso traspare la tenera ferocia protettiva di una pantera. Mi sento un dodicenne di fronte alla risolutezza materna evidente nei suoi modi. Me ne sto con la schiena appoggiata al muro mentre mi parla piano dei figli e io gioco con la più grande di loro.

Margherita. Cinque anni e mezzo. Oggi si è vestita da fata perché sarei venuto a cena. Suona molto bene chitarra, piano e flauto. Disegna per ore e legge correttamente. Margherita mi scruta, mi osserva senza perdermi di vista un secondo con quegli occhi dolci e indagatori.
Le disegno uno dei miei pezzi forti: la mucca volante e il pastore con gli occhi allucinati.
Grande successo.
Siamo sul tappeto con i pochi giochi che possiede. Non ci sono mobili in questa casa, solo un tavolo con attorno cassette dalle quali la mamma ha ricavato degli sgabelli.
Niente letti, nè divano, nè credenza; niente di niente.
Dipinti di mondi onirici e fantastici; castelli, leoni, principesse, dinosauri, affrescano le pareti da cima a fondo con colori stupefacenti Masha mi sussurra di andare a vivere con lei e i bambini. Sa che mi serve una stanza entro settimana prossima. “Alex è stato qua due mesi senza problemi. Ci divertiremo!”
E’ vero. Alex ha vissuto qua, diventando importante per i bambini e forse anche per il bilancio economico della famiglia. Poi il tizio che frigge la cipolla lo ha cacciato dicendo che sospettava fosse gay, e per quanto non fosse un grosso problema per lui, non poteva rischiare che contagiasse i bambini.
Insomma lei vuole fare l’amore con me.
E io sono un'astronave, un sottomarino, Arturo Bandini sulla spiaggia di Santa Monica, Mario Cioni nel campo insieme a Berlinguer; qualsiasi cosa e chiunque. Ma non ciò di cui lei ha bisogno. "E' bella la tua ragazza in Italia?" Mi chiede con quelle labbra carnose, spostandosi i capelli lunghi e scuri su un lato del collo.
E' bella sì, le faccio io. Ma non è la mia ragazza, temo. Non ho tempo di realizzare la cazzata che ho appena detto, accigliato. Penso a cosa avrebbero mangiato stasera se Alex ed io non avessimo fatto la spesa. E non ci vengo qua a vivere, che c’hai già abbastanza casini e poi me ne sto meglio in centro. Oriente e occidente, si incontrano stasera nel quartiere popolare della città, in un appartamento senza mobilia al terzo piano di un casermone d’epoca sovietica. Italia e Siberia, acqua e olio. Non ci si mischia nemmeno per un momento.
Se non per errore, mai metterei al mondo figli senza prima sapere di poterli sfamare. Mai me ne andrei di casa, se non costretto, prima d’esser certo di poter pagare l’affitto eccetera.
Eccola qua l’antropologia. A Ovest si concepisce l’idea di concepire, calibrando soppesando e facendo bilanci.
Quaggiù - penso - si concepisce e basta.

La mia testa è un aquilone col filo rotto, disperso tra lo stato del welfare cinque lustri dopo la caduta del Muro e il socialismo fallimentare e gli ubriachi sulle scale del palazzo la fermano ogni volta che passa e le comitive dei matrimoni vanno nella piazza centrale della città a scattare fotografie propiziatorie sforzando sorrisi malinconici davanti alla mastodontica testa di Lenin in bronzo. Ci vanno in Hummer-Limousine cromate oro, sapete.
Ci vanno in Hummer-Limousine cromate oro.
Ci vanno in Hummer-Limousine cromate oro.
Dico, ci vanno in Hummer-Limousine cromate oro. Intanto il tizio in cucina continua a guardarmi male e Margherita vestita da fata imbocca il fratello minore, ignara dell'embargo eccetera e mi dice che vuole imparare una canzone italiana che non conosco, mentre il presidente espande l’impero, arresta gli omosessuali e sale la tensione con l’Europa, dicono. E cosa cazzo è poi l'Europa.
E Masha ha occhi grandi color di foglia illuminati di anarchia sincera. E vorrebbe che ci si togliesse i vestiti, una di queste sere.
Mi chiedo cosa scriverebbe Bukowski adesso ma sarebbe sicuramente impegnato a fare altro e cosa diranno gli altri giù al circolo quando racconterò questa storia.
Devo andare. Non facciamo l’amore. Né ora né mai.
Ti chiamo, le dico. Non lo farò.
Giocheremo ancora, dico a Margherita. Non succederà. Esco.
E c’è De Andrè con la chitarra in mano, insieme agli altri sul pianerottolo zeppo di immondizia. Sbronzo marcio canta
Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior
Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior*


*Via del campo - Fabrizio De Andrè




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Questo racconto è una delle sette pagine del mio diario lette a "Inostraniez racconta"
progetto realizzato da Gwendalyn WebRadio con Massimiliano Zampetta e Adele Raes
(potete riascoltare i podcast cliccando qui).
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Commenti

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