Breve storia del mio filosofo politico di riferimento
Ho questa mountain bike con il telaio a fasce sfumate fucsia, gialle e verdi fluorescenti. Sul pignone posteriore mio padre ha fissato una lunga antenna flessibile in cima alla quale sventola una bandierina triangolare rossa: credo abbia qualche scopo aerodinamico. Pedalo più veloce che posso, ogni tanto giro la testa e controllo quanto riesco a farla sventolare. È una sera d’estate, è il tramonto tra i vialetti di un campeggio di Sirmione, sul lago di Garda, sono in vacanza con la mia famiglia. Ricordo quel campeggio come uno sconfinato labirinto di vialetti identici. Una traccia grigio chiaro da seguire in un pattern seriale fatto di praticelli inglesi verdi, pini marittimi che sul lago Maggiore - il mio - non ci sono, bungalow, tende, camper, parchi giochi e persone ozianti o impegnate nella lettura dei loro libri sedute fuori. Pochi italiani, alcuni francesi, alcuni belga, o olandesi, molti tedeschi. Una ripetizione senza soluzione di continuità. Tra questi vialetti un